Natale con la traduttrice

La categoria degli interpreti-traduttori si contraddistingue per alcune piccole manie ossessivo-compulsive che lo stress natalizio e l’indigestione da coratella tendono notevolmente ad accentuare. Se tra i vostri amici, parenti o amanti c’è un esponente della categoria è probabile che siate già a conoscenza di alcune fisse di noi casi umani, ma se non ci avete mai fatto caso… eccone qui alcune che vi tormenteranno come lo spirito del Natale passato.

 

Il regalo sotto l’albero

Scegliere il regalo di Natale per l’amico o l’amica che vive di traduzioni è come giocare alla roulette russa, una decisione sbagliata e siete fuori. I libri sono sempre un regalo gradito ai traduttori, ma attenzione: la maggior parte di loro vive di libri in tutti i sensi, ovvero oltre a tradurli, li divora. Un consiglio? Fate un sopralluogo nella libreria personale del vostro amico o amica e, se avete deciso di acquistare l’opera di un autore straniero, assicuratevi che sia una traduzione DOC oppure regalate un pigiama, a casa del traduttore non passa mai di moda.opening animated GIF

Il biglietto d’auguri

Traduttori e traduttrici sono Grammar Nazi per natura 365 giorni l’anno, anche a Natale quando tutti gli altri sono più buoni, perciò prima di imbucare un biglietto di auguri indirizzato al vostro pedante amico o amica, assicuratevi di passare il controllo ortografico perché se vi siete dimenticati un apostrofo o vi è scappato un fa con accento sulla a, oltre a scatenare l’ira funesta di costui, che vi toglierà automaticamente il saluto, si verificherà uno dei seguenti scenari:

  1. gli auguri non verranno mai ricambiati, però riceverete un pacco anonimo contenente una grammatica italiana
  2. il biglietto tornerà al mittente con dei misteriosi segni rossi e un post scriptum: “Spiacente, non hai superato il QA”.

Il cine-panettone

Come da tradizione, a Santo Stefano si va al cinema belli satolli a vedere un film trash che più trash non si può, in sale gremite di marmocchi piagnucolosi e genitori che sgranocchiano popcorn. Ma anche in ambito cinematografico, ai traduttori, oltre ai canoni, piace rompere i coglioni e convincerli a vedere il classico cine-panettone è mission impossible. Personalmente, faccio terrorismo psicologico ai miei amici minacciando di parlare per l’intera durata dello spettacolo se non mi portano a vedere un film di tre ore e mezza con elfi e orchi, in versione originale non sottotitolata. Da qualche anno a questa parte, però, il 26 dicembre non rispondono più alle mie telefonate e vado al cinema da sola…   

Il messaggio del Presidente della Repubblica

Se, mentre il Presidente della Repubblica pronuncia il suo tradizionale messaggio di fine anno a rete unificate, sentite un bisbigliare molesto di sottofondo in una lingua non identificata, non vi preoccupate: non sono le bollicine che vi hanno dato alla testa, sicuramente tra i vostri commensali c’è un interprete che sta facendo la traduzione simultanea col cotechino in bocca.

Mi fermo qui, anche se l’elenco potrebbe essere molto più lungo, ma preferisco però non infierire su questa categoria già sufficientemente incompresa. Perciò, vi prego, questo Natale siate più tolleranti con il vostro amico o amica che traduce per mestiere, in fondo il 27 dicembre tornerà a sfogare le sue frustrazioni con i project manager e vi lascerà in pace (almeno fino al prossimo Natale).

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